Come è noto lo scaricatore di condensa, o “condensino” come spesso viene chiamato dagli addetti ai lavori con più anni sulle spalle,
rappresenta un elemento di fondamentale importanza all’interno di un impianto vapore.
La scelta della tecnologia più idonea ed una corretta e costante manutenzione sono indispensabili per garantire efficienza alle utenze e minori consumi dell’impianto.
In questo articolo tratteremo nello specifico la scelta dello scaricatore in funzione dell’applicazione, e in seguito l’importanza del controllo del funzionamento degli scaricatori e della manutenzione.
L’obiettivo comune di tutti gli scaricatori è quello di eliminare grandi quantità di condensa nel minor tempo possibile, in modo da garantire un drenaggio senza accumulo anche in presenza di variazioni di carico e di pressione.
In alcuni casi però può essere conveniente “trattenere” un po’ di più la condensa per recuperare anche una parte del calore sensibile in essa contenuta evitando in questo modo la formazione di “flash steam” e la quasi certa perdita di energia nel degasatore.
In altre utenze, al contrario, è assolutamente strategico allontanare la condensa nel momento in cui si forma per massimizzare, ad esempio, il rendimento di uno scambiatore di calore.
Vediamo quindi che per esigenze molto diverse esistono soluzioni tecnologiche totalmente differenti. Non dimentichiamo inoltre che, soprattutto all’avviamento dell’impianto o di una singola utenza, oltre all’eliminazione della condensa occorre porsi il problema di come rimuovere l’aria da scambiatori, batterie, tubazioni etc. etc.
Approfondiamo nel dettaglio quali sono le tipologie di scaricatori e i rispettivi vantaggi e svantaggi nonché le applicazioni per le quali sono consigliati o meno.
Anzitutto suddividiamo gli scaricatori di condensa in tre grandi categorie:
- Scaricatori di condensa meccanici
- Scaricatori di condensa termostatici
- Scaricatori di condensa termodinamici
- Scaricatori di condensa meccanici
Appartengono a questa categoria gli scaricatori di condensa a galleggiante e quelli a secchiello rovesciato.
Per entrambi il principio di funzionamento è molto semplice: si sfrutta la differenza di peso specifico tra il vapor saturo e il suo condensato.
Entrambe le tipologie sono la soluzione ideale per applicazioni nelle quali è indispensabile rimuovere prontamente il condensato per evitare variazioni indesiderate della temperatura del processo.
Scaricatori a galleggiante
Un leverismo, azionato da un galleggiante che rileva il livello del condensato, modula opportunamente la chiusura ed apertura di un gruppo sede/otturatore. Lo scarico è indipendente dalla temperatura e non vi è quindi alcun tipo di sottoraffreddamento. Normalmente questo tipo di scaricatore è dotato di un eliminatore d’aria termostatico che garantisce, soprattutto all’avviamento, una rapida ed efficace rimozione dell’aria. E’ in generale la prima scelta in tantissime applicazioni, con le limitazioni che vedremo in seguito.
Vantaggi:
– Utilizzabile anche con vapore surriscaldato
– Scarico immediato e modulante
– Presenza di un eliminatore d’aria
– Grandi capacità di scarico
Svantaggi:
– Bloccaggio in chiusura in caso di rottura
– Spesso assenza di un filtro incorporato
– Rotture causate da colpi d’ariete o vibrazioni
– Congelabilità
Consigliato per:
– Aerotermi e batterie di riscaldamento
– Apparecchi dotati di termoregolazione
– Autoclavi in genere
– Essiccatoi a cilindri e a ventilazione forzata
– Evaporatori
– Distillatori
– Concentratori
– Pentole e doppi fondi fissi o ribaltabili
– Scambiatori di calore istantanei e ad accumulo
– Sterilizzatori ospedalieri
– Tubazioni, collettori e separatori a bassa pressione
– Vasche e serbatoi
Scaricatori a secchiello rovesciato
2. Scaricatori di condensa termostatici
3. Scaricatori di condensa termodinamici
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